. Oltre 250 giornalisti della stampa economica, d’attualità ed enogastronomica, milanese e nazionale, si sono accreditati tra TV, grandi quotidiani, testate online e blog. Alla kermesse del vino Bottiglie Aperte sono state stappate più di 9500 bottiglie ed usati oltre 3000 calici da degustazione Riedel. Moltissimi scambi e nuovi contatti, nuove sinergie tra produttori e ristoratori hanno preso vita durante Bottiglie Aperte; molti di loro hanno sottolineato l’utilità di una grande manifestazione vinicola proprio a Milano, centro nevralgico del commercio e, ormai da qualche anno, dell’enogastronomia di tutto il nord Italia.
Federico Gordini, organizzatore e ideatore della manifestazione, commenta: “Milano merita 3 giorni di focus sul vino, di incontri tra produttori, operatori della ristorazione e della somministrazione e rivolti al contempo a tutti gli appassionati. Sono stati giorni densi di incontri, di scambi e di crescita per il settore vinicolo, un ulteriore elemento che mi fa dire che Milano è sempre di più la città-barometro del food e vino in Italia. Anche i feedback dei visitatori e degli espositori di Bottiglie Aperte sono stati estremamente positivi: abbiamo compiuto la prima parte del percorso che mira a rendere Bottiglie Aperte un punto di riferimento nazionale dell’incontro tra domanda qualificata e offerta nel mondo vinicolo”.
Non solo kermesse del vino. Bottiglie Aperte ha proposto un fitto calendario di incontri, workshop e premiazioni che hanno avuto un grande successo. Dal convegno sull’evoluzione dei consumi al calice al workshop sui linguaggi del vino, che hanno visto la partecipazione di grandi esperti, blogger, scrittori ed influencer. Senza dimenticare il coinvolgente Fuori Bottiglie Aperte, durante il quale 35 locali di somministrazione milanesi, gemellati con la manifestazione, hanno proposto abbinamenti gastronomici inediti con le aziende presenti a Bottiglie Aperte.
Nel contesto di una Sala Manzoni gremita, gli Award, i premi assegnati a Bottiglie Aperte, hanno riscontrato quest’anno un successo e un fervore mai sentito prima. I Wine List Award sono stati assegnati ai locali con la migliore carta dei vini, soffermandosi su cinque aspetti caratterizzanti: la presentazione, ovvero la leggibilità della carta e l’estetica dei caratteri; la qualità assoluta dei vini e della cantina; la profondità della carta, analizzando la presenza di annate storiche e di verticali complete; i prezzi e l’originalità della lista, stabilita dalla presenza di etichette sorprendenti e scelte uniche.
Il premio per il Miglior Ristorante Stellato è andato all’Antica Osteria della Cera e al suo sommelier Niccolò Bau e alla sua maitre di sala Giulia Pagnin.
Per la categoria Grandi Ristoranti d’Albergo, si è aggiudicato il premio il Seta Mandarin Oriental Milano, ritirato dagli chef Federico Dell’Omarino e Nicola di Lena.
Assunta Madre è stato scelto come Miglior Ristorante di Pesce alla presenza della responsabile amministrativa Vania Trasatti.
Mentre è stato Il Marchese del Grillo ad aggiudicarsi il Wine List Award per il Miglior Ristorante di Carne, con grande orgoglio per Mario D’Alessio, titolare dell’azienda, responsabile di sala e curatore della carta dei vini.
Non è stata una scelta facile, ma tra i Ristoranti Etnici ha avuto la meglio il giapponese IYO, premio ritirato da Claudio Liu, il titolare del locale, Matteo Ghiringhelli, lo chef, e Danilo Tacconi, il sommelier.
L’ultima categoria premiata è stata il Miglior Wine Bar con Cucina, dove ha trionfato Trimani alla presenza di Massimo Malfassi.