La vendemmia 2016 del Grande Bianco Piemontese che il Consorzio Tutela del Gavi ha presentato a Milano corrisponde esattamente alle aspettative di questa annata, da tanti acclamata per la qualità eccellenza.
A detta degli esperti che hanno già avuto il piacere di assaggiarlo, nel calice il Gavi DOCG 2016 è intenso e elegante, si percepisce in bocca una struttura netta, la nota calda alcolica, in ottimo equilibrio con l’aspetto acido, fresco e la sapidità tipica del Cortese.
Un Gavi da urlo, per dirla in parole povere, è quello che la stampa di settore ha potuto degustare e che sancisce il ritorno del Grande Bianco Piemontese nella capitale lombarda. In degustazione per i giornalisti 3 tipologie del Gavi – Fermo, Riserva e Spumante Metodo Classico – in una campionatura delle vendemmie 2016, 2015 e 2014. Non ultima la sorpresa di un Gavi 2007 a testimonianza della longevità di questo bianco “cortese” e nobile che si produce in 11 comuni della provincia di Alessandria e che spicca in una regione come il Piemonte blasonata per i rossi.
A Milano sono state presentate 70 etichette e 25 produttori che hanno accolto di persona anche gli operatori Horeca – ristoratori ed enotecari – invitati al Banco di Assaggio.
Il giorno del Grande Bianco Piemontese sancisce anche un nuovo approccio del Gavi al mercato nazionale. Dagli anni ‘80 il Gavi DOCG è tra i primi vini italiani esportati all’estero. Germania, Inghilterra Giappone, Stati Uniti e altri 70 Paesi nel mondo ricevono circa l’85% delle bottiglie prodotte. Negli ultimi anni, invece, il icambio generazionale ha portato alla guida delle aziende giovani vignaioli e tante donne viticoltrici, che riconsiderano le radici del Gavi, il terroir unico e di conquistare i mercati nazionali del Grande Bianco Piemontese: Milano per prima, oi Torino e Roma.
Dopo il grande successo internazionale di questo vino oggi si respira anche il desiderio di far assaporare l’esperienza di un territorio a solo un’ora da Milano, dove il vento del mare si incontra con l’Appennino, dove le Terre sono Bianche e Rosse, si mangiano i ravioli, la focaccia stirata, perché è sì Piemonte, ma profuma di Liguria.
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