La Bonarda dei Produttori arriva sulle tavole italiane

15.06.17

La Bonarda frizzante dell’Oltrepò Pavese, uno dei grandi classici dell’enologia lombarda, rivive nella sua forma più autentica grazie all’iniziativa di un gruppo di aziende agricole appartenenti al Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese.

 

Nel 2015, 16 aziende a filiera completa hanno lanciato il progetto Bonarda dei Produttori: adottando un regolamento più severo rispetto al disciplinare di produzione della Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC, si sono proposte di ridare dignità e valore a un vino oggi svilito da troppe bottiglie la cui unica attrattiva è il basso prezzo.

 

Tipicità, fragranza, qualità assoluta le parole d’ordine per offrire al pubblico una Bonarda frizzante prodotta a regola d’arte, una Bonarda “perfetta”.

 

 

La Bonarda dei Produttori

Ecco in 7 punti la nuova versione del vino icona dell’Oltrepò Pavese, pronto a conquistare le enoteche e le tavole dei cultori di uno dei rossi frizzanti più amati d’Italia.

 

1 Solo da uve di collina.La Bonarda “perfetta” nasce da uve che crescono sulle colline dell’Oltrepò Pavese in zone particolarmente vocate per microclima, natura del terreno ed esposizione dei vigneti alla coltivazione della croatina.

 

2 Solo da aziende a filiera completa.Le aziende aderenti al progetto Bonarda dei Produttori gestiscono direttamente tutta la filiera. Il vignaiolo è l’unico responsabile della filiera, dalla coltivazione e raccolta delle uve alla loro trasformazione in cantina, fino all’imbottigliamento e alla vendita del vino. Tutte operazioni rigorosamente effettuate solo nella zona di produzione.

 

3 Solo da croatina 100%.Per la produzione di Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC, il disciplinare stabilisce un minimo di 85% di croatina, consentendo l’utilizzo di altri vitigni per il restante 15%. Le aziende del progetto Bonarda dei Produttori puntano solo sulla croatina: la vinificano in purezza, con una resa massima per ettaro e una resa uva/vino più limitate, per esaltare la tipicità di questo vitigno autoctono, presente in Oltrepò Pavese fin dal Medioevo.

 

 

4 Naturalmente frizzante.La leggendaria spuma porpora nasce dalla rifermentazione naturale del vino indotta dai lieviti, senza aggiunte di anidride carbonica. La Bonarda “perfetta” si annuncia subito nel bicchiere con una briosa spuma porpora che si trasforma rapidamente in un perlage di piccole bollicine fini, regalando alla Bonarda la sua piacevolissima beva.

 

5 Con il pedigree.Il raggiungimento dell’elevato standard organolettico richiesto dal regolamento di produzione della Bonarda dei Produttori è certificato dal laboratorio enologico B-Lab di Alba, un ente terzo che esegue controlli sui campioni di vasca.

 

6 Solo nella Marasca. La Bonarda “perfetta” viene imbottigliata solo nella Marasca: una bottiglia di vetro dal design immediatamente riconoscibile, ideata appositamente per il progetto e riportante il marchio del Distretto del Vino di Qualità. Il nome allude a una varietà di ciliegia, tipico descrittore olfattivo della Bonarda.

 

7 Rossa&versatile.Di colore rosso rubino con riflessi violacei e spuma purpurea, la Bonarda “perfetta” presenta un naso intenso e gradevole, con note di frutta rossa e nera (ciliegia, amarena, fragola, melograno maturo, mora), floreali (viola) e speziate (pepe); al palato è secca o abboccata, a seconda dello stile del produttore, con una piena corrispondenza naso-bocca, una buona persistenza e il classico finale ammandorlato. L’equilibrio fra morbidezza e tannino derivante da uve raccolte a piena maturità, il giusto grado alcolico e la bollicina sgrassante consentono alla Bonarda “perfetta” una eccezionale versatilità negli abbinamenti: dai salumi ai piatti classici della tradizione lombarda, dalle carni grigliate o di lunga cottura fino al pesce in preparazioni saporite e ai piatti speziati delle cucine etniche.

 

Le regole dei produttori

 

Le aziende che partecipano al progetto hanno sottoscritto un regolamento di produzione che adotta parametri più restrittivi rispetto al disciplinare attualmente in vigore per la Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC. L’obiettivo è quello di assicurare standard qualitativi elevati e la massima sicurezza e trasparenza per il consumatore.

 

La tracciabilità della filiera

La Bonarda dei Produttori è rigorosamente vinificata e imbottigliata nella zona di produzione, l’Oltrepò Pavese.

 

Regole più restrittive

La resa massima per ettaro non può superare i 110 quintali (contro i 125 consentiti dalla normativa vigente) e la resa massima uva/vino è pari al 65% (contro il 70% del disciplinare).

 

Il grado alcolico di una Bonarda dei Produttori non può essere inferiore ai 12% vol. (contro i 10,5% vol. del disciplinare della DOC).

 

Il residuo zuccherino, deve essere compreso tra 0 e 15 grammi per litro (il disciplinare della DOC consente di arrivare fino a 50 grammi per litro): la Bonarda dei Produttori può essere abboccata, ma non è mai dolce.

 

Il limite massimo previsto per l’aggiunta di solfiti è di 120 mg per litro, quindi nettamente inferiore a quanto previsto per la DOC (200 mg per litro).

 

Certificazione esterna

Prima di imbottigliare la loro Bonarda “perfetta”, i produttori hanno l’obbligo di sottoporre i campioni di vino alla degustazione e all’analisi chimico-fisica e organolettica presso il Laboratorio B.LAB di Alba. Il team di esperti controlla che il vino sia conforme al canone di qualità stabilito dal regolamento del progetto, al di sotto del quale non è possibile la commercializzazione con il marchio Bonarda dei Produttori.

 

Imbottigliamento

La Bonarda dei Produttori è immediatamente riconoscibile perché imbottigliata nella speciale bottiglia denominata Marasca riportante il logo del Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese. Sul fronte di ogni bottiglia è apposta l’etichetta della Bonarda della singola azienda partecipante al progetto, mentre sul retro è presente il QR-code che rimanda alla pagina del progetto della Bonarda dei Produttori sul sito web del Distretto.

 

Prezzo

Il prezzo consigliato non può mai essere inferiore ai 5 euro a bottiglia. Tale costo, volutamente più alto rispetto alla media, dipende dall’elevato standard di qualità cui si attengono i produttori, più limitato in termini di produzione e più costoso in termini di pratiche di cantina. L’obiettivo delle 16 aziende agricole è di produrre 400.000 bottiglie nei prossimi 3 anni.

info@distrettovinooltrepo.com

http://www.distrettovinooltrepo.com