Padiglione Zero è l’inizio di tutte le storie: la prima – e più importante – è quella che racconta il percorso dell’uomo sulla terra in relazione al suo rapporto con l’alimentazione e dunque con la natura. Uno scambio che ha generato, nel corso dei secoli, conoscenza ed evoluzione. Posto all’ingresso del sito espositivo, il Padiglione Zero ha il compito di condensare la filosofia dell’Esposizione Universale attraverso un percorso incentrato su una narrazione teatrale di grande impatto scenografico. Inoltre, è l’unico padiglione all’interno del sito in cui è presente la partecipazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, mediante una serie di informazioni e dati sul tema dell’alimentazione nel mondo che arricchiranno l’itinerario di visita. L’ideazione e la curatela delle dodici sale/scenografie su cui è articolato è stata affidata a DAVIDE RAMPELLO. MICHELE DE LUCCHI ne ha curato, invece, il progetto architettonico, immaginando una struttura che riproducesse un brano della crosta terrestre.
L’ispirazione è quella dei colli Euganei e l’idea quella che l’Esposizione si aprisse con la vista di un profilo collinare fatto di coni vulcanici che, strutturandosi, creano lo scheletro di una formidabile architettura in legno. Ma il teatro dell’edificio ha una doppia lettura: mentre all’esterno è armonica, sotto ciascuna forma concava si aprono naturalmente grotte e antri oscuri, i veri palcoscenici su cui si srotola il racconto.
L’allestimento delle scenografie interne è stato ideato e curato da GIANCARLO BASILI, scenografo cinematografico, che oltre a saper tradurre in linguaggio teatrale le visioni e le suggestioni del curatore, per la costruzione dei vari ambienti ha coinvolto maestranze artigianali provenienti da tutto il territorio nazionale.
Il meglio di falegnami, ebanisti, fabbri, scultori e pittori a lavoro per mesi sulle sue strutture teatrali ha fatto del Padiglione Zero la “più grande bottega d’Italia”: un vero e proprio laboratorio diffuso che ha permesso ai migliori atelier artigianali del nostro paese di mettere finalmente in mostra le proprie doti di eccellenza. Durante questo viaggio attraverso la storia dell’umanità e del cibo suddiviso in dodici capitoli, sarà anche possibile seguire un itinerario alternativo al codice scenografico delle installazioni, percorrendo un sentiero – più silenzioso – fatto di parole. A potenziare l’evocatività dei messaggi visivi e sonori, infatti, è stato attribuito a ciascuno spazio di rappresentazione un lemma specifico, che ne condensi il senso ultimo e che consenta al visitatore di poter raccogliere, al termine della visita, un dizionario minimo sulla storia del rapporto uomo/natura.