Teatro-Cucina. Intrattenimento conviviale in 5 portate e 2 atti

01.02.15

Il sipario si apre su una tavolata a forma di ferro di cavallo apparecchiata con tovaglie damascate, piatti in metallo e coccio, cucchiai di legno e posate d’argento, bicchieri smaltati, anforette di terracotta. Appena entrati, gli spettatori prendono posto al banchetto per diventare commensali di un insolito spettacolo teatrale nel quale musica e farina, danza e acqua, canto e vino rallegrano e nutrono corpo e anima: “Teatro-Cucina®, intrattenimento conviviale in 5 portare e 2 atti” è uno spettacolo da mangiare, da ridere e da ricordare.

Il rito del cibo e del vino, cuore di Teatro-Cucina, affonda le radici nella cultura popolare partenopea. I piatti serviti in scena sono legati alle tradizioni, intrecciati a racconti del passato: sapori della memoria, colori della terra, canti e danze che raccontano la vita. Ognuna delle cinque portate è legata alla drammaturgia quindi lo stile narrativo cambia in base alle pietanze preparate e servite. Il cibo scandisce lo spettacolo dal riso alle lacrime, dall’ironia pungente e rinfrescante all’amore nella sua accettazione più pura.

Valentino Infuso inizia a pensare a Teatro-Cucina nel maggio 2000, Elisabetta Faleni co-autrice ne firma la regia, il debutto dello spettacolo avviene nel novembre 2001 a Milano dopo 18 mesi di preparazione, contando oltre 200 repliche col tutto esaurito e lunghe liste d’attesa. Si tratta di un approccio gastronomico al teatro; il legame tra le pietanze e la drammaturgia è stretto al punto tale che se una vivanda dovesse essere sostituita, anche l’azione scenica dovrebbe essere modificata.

Questo legame rende preferibile, ai fini di una fruizione ideale, che lo spettatore non sappia quali siano le portate che gli verranno servite fino al momento in cui non saranno evocate e create in scena dagli attori. L’empatia dell’attore e del commensale è naturale e fondamentale per il godimento dell’azione teatrale. Il cibo, medium emozionale tra attore e spettatore, racconta la vita, non una in particolare, ma quella in cui ognuno si riconosce, attraverso piccoli gesti, impercettibili sfumature dell’esistere, nella memoria di suggestioni, odori, sensazioni. Uno spettacolo per ricordarci che cibo e cucina sono due forme di crescita culturale ma anche di nutrimento fisico e spirituale.

Prenotazioni e informazioni

Virginia cell.320 8186817 teatrocucina@teatroinpolvere.it 

www.teatroinpolvere.it 

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